21.12.2018 – Pubblicato su IlSussidiario.net
L’innovazione è un driver strategico e gioca un ruolo fondamentale per assicurare la crescita e per favorire l’occupazione giovanile, ma richiede di essere alimentato
Con l’ok dato il 18 dicembre dalla Commissione europea, sono applicabili gli incentivi fiscali all’investimento nel capitale di rischio anche nelle Pmi innovative; ovvero l’agevolazione fiscale prevede per le persone fisiche che investono in una Pmi innovativa una detrazione dall’imposta sul reddito (Irpef) pari al 30% dell’investimento, fino a un massimo di 1 milione di euro; per le persone giuridiche spetta invece una deduzione dal reddito imponibile ai fini Ires anche in questo caso pari al 30% dell’investimento, fino a un massimo di 1,8 milioni di euro.
L’innovazione oggi rappresenta un driver strategico che, oltre a essere regolamentato, richiede anche di essere alimentato. In questo contesto le start up e le Pmi innovative giocano un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico del Paese e rappresentano un asse integrante del Piano Impresa 4.0; occorre, quindi, investire in queste imprese perché sono in grado di sostenere l’occupazione giovanile: dai dati emerge che l’età dei soci fondatori è prevalentemente under 35 e la loro propensione all’investimento è circa otto volte superiore a quella delle società di capitali italiane.
Secondo i dati pubblicati dal Mise nella Relazione annuale 2017 sulla strategia nazionale in favore di start up e Pmi innovative, al 30 giugno 2017 si contavano 565 Pmi innovative: dal giugno 2016 al giugno 2017 il numero delle Pmi innovative, crescendo da 204 a 565, ha registrato una crescita del 177%. La forza lavoro impiegata da start up e Pmi innovative conta 46.107 persone tra soci e dipendenti, ai quali andrebbero aggiunti i lavoratori parasubordinati e con partita Iva (fonte: ministero dello Sviluppo economico, 2017)
Il decreto legge 3/2015, cosiddetto Investment Compact, definisce le Pmi innovative come piccole e medie imprese in possesso dei seguenti requisiti:
• sono costituite come società di capitali, anche in forma cooperativa;
• non sono quotate in un mercato regolamentato (ma possono essere quotate in una piattaforma multilaterale di negoziazione, come l’Aim);
• hanno certificato il loro ultimo bilancio.
Per presentare il carattere innovativo, oltre ai requisiti già citati, devono essere in possesso di almeno due dei seguenti tre criteri:
1) volume di spesa in Ricerca e sviluppo in misura almeno pari al 3% della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione;
2) forza lavoro costituita, in una quota pari ad almeno 1/3 del totale, di titolari di laurea magistrale, oppure, in una quota pari ad almeno 1/5 del totale, da dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori;
3) titolarità, anche quali depositarie o licenziatarie, di almeno una privativa industriale, ovvero titolarità di un software registrato.
La definitiva attuazione dell’incentivo richiede ora l’emanazione di un decreto del ministro dell’Economia e delle finanze, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico. L’adozione del provvedimento è attesa per i primi mesi del 2019.