Per restare competitive in un mercato in crisi e dominato da grandi concorrenti, le PMI devono imparare ad aggregarsi per ridefinire il proprio riposizionamento riconfigurando la propria catena del valore, sia dal lato qualitativo del prodotto/servizio offerto, sia dal lato dell’inserimento in filiere globali. La rete d’impresa è lo strumento innovativo che conferisce alle piccole imprese la risposta più adeguata ad un contesto di mercato in cui troppo spesso vincono logiche che poco hanno a che fare con la libera concorrenza, hanno maggiore possibilità e capacità di contatto, comunicazione, relazione ed offering.
Le difficoltà competitive degli ultimi dieci anni dimostrano anche che le forme aggregative tradizionali non sono più sufficienti ad affrontare le sfide dei mercati globali. L’esigenza di riposizionamento impone una concezione strategica della collaborazione, che vada oltre legami spontanei nati sul territorio.
Le reti d’impresa rispondono alle esigenze delle imprese: aggregazione di programmi e progetti, superamento del localismo distrettuale, innovazione e supporto per l’internazionalizzazione o verso banche ed assicurazioni pur restando autonome. In Italia, le aziende hanno difficoltà ad accedere al credito che viene facilitato nel contratto di rete.
Negli ultimi anni registrano una crescita in questo momento di crisi poichè garantiscono l’individualità delle singole aziende che si aggregano e per la governance richiedono semplicità e nessuna sovrastruttura pubblica o para-pubblica che faccia da cuscinetto.
Ne parliamo il prossimo 11 dicembre presso l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Milano.
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