In standby fiscalità e concorrenza per approvazione UE
Molti gli aspetti ancora da definire: per entrare in vigore, i nuovi regimi fiscali di favore destinati agli enti non profit e alle
imprese sociali dovranno essere riconosciuti compatibili con le regole del mercato unico e della concorrenza; e la richiesta di autorizzazione a Bruxelles per i nuovi regimi fiscali agevolati degli enti non profit non è ancora partita dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Inoltre, è sttao avviato un tavolo di confronto tra Forum del Terzo settore, Agenzia delle Entrate e Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, sull’articolo 79 del Codice del Terzo settore, il cuore della parte fiscale della riforma (anche questo soggetto in parte al via libera Ue) con il quale si dovrà stabilire il confine tra le attività commerciali (quindi tassate) e quelle non commerciali degli enti del Terzo settore.
Con riferimento all’affidamento dei servizi sociali – come l’assistenza agli anziani e ai disabili – al non profit da parte della Pa, la riforma del Terzo settore prevede un regime “concessorio” che si affianca a quello più tradizionale degli appalti. Ma il Codice del Terzo settore non contiene una norma di coordinamento. Occorre prevedere delle procedure di collaborazione con la Pa previste dal Codice del Terzo settore: co-programmazione, coprogettazione dei servizi e convenzioni, alle quali le amministrazioni possono ricorrere «se più favorevoli rispetto al ricorso al mercato».