MDW Webinar mercoledì 27 05 2020 h11
Con la riforma del Terzo settore si è consolidato un processo di ibridazione grazie al quale sia le organizzazioni senza scopo di lucro, che le imprese “for profit” possono svolgere attività di impresa per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, essere in grado di competere sul mercato, offrendo servizi a favore della collettività.
Infatti, le imprese del Terzo settore possono affiancare le strutture pubbliche, sempre più in difficoltà nel rispondere alla domanda di servizi sanitari, previdenziali, educativi e sociali da parte degli utenti.
Da qui la necessità di un sistema che si integri maggiormente con quello pubblico, supportando un modello di welfare in sinergia con i soggetti imprenditoriali che operano nell’ambito del privato sociale. La convergenza verso nuovi modelli di imprenditoria sociale, che permettono ora una remunerazione del capitale investito, anche se vincolato a determinate regole, può consentire la nascita e il consolidamento di strutture private competitive che, in parallelo con l’apparato welfare statale, abbiano come mission l’erogazione di servizi sociali e remunerativi.
Le organizzazioni del Terzo settore con una spiccata vocazione imprenditoriale, con particolare riferimento alle imprese sociali, sono pertanto una valida soluzione alternativa per affiancare il “pubblico” nella erogazione di servizi di interesse generale.
Per poter meglio perseguire le proprie finalità ed attrarre investitori, alle “nuove “imprese sociali, inoltre, è consentito ricorrere al capitale di rischio attraverso il crowdfunding, in analogia a quanto previsto per le start-up innovative.
Inoltre, vi è un’ulteriore opportunità per quegli imprenditori virtuosi che, oltre a perseguire una finalità lucrativa, vogliano valorizzare ulteriormente le proprie azioni nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa (o Corporate Social Responsability) in maniera molto più concreta e radicale strutturando un nuovo modello di business condiviso con gli stakeholder, più equilibrato e con maggiori tutele a favore di dipendenti e collaboratori, più attento e rispettoso dell’ambiente, focalizzato sulla generazione di un impatto sociale; in definitiva, un modello di business, quello della Società Benefit, volto a perseguire finalità di beneficio comune.
- Modelli ibridi di business innovativi per l’autoimprenditorialità sociale: l’impresa sociale e la società benefit
- Aspetti civilistici e fiscali
- Punti di contatto e di differenziazione
- Peculiarità e criticità
- La valutazione degli impatti generati e gli standard di valutazione esterni
2. 1 L’obbligo di misurazione nella Società Benefit e nell’Impresa Sociale
2. 2 Caratteristiche e aree di valutazione dello “standard di valutazione esterno” della SB
2.3 Confronto con i documenti di valutazione dell’impatto delle altre imprese “ibride”: similitudini e differenze
2.3.1 Il “documento di descrizione di impatto sociale” delle Start Up Innovative a vocazione sociale
2.3.2 Le linee guida del Ministero Del Lavoro e Delle Politiche Sociali sui sistemi di valutazione dell’impatto sociale per gli ETS e le Imprese Sociali
2.3.3 Le linee guida del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore e delle imprese sociale.
2.4 La valutazione dell’impatto secondo il modello SB come criterio premiale per tutte le imprese alla luce delle modifiche apportate al Codice dei Contratti Pubblici.
2.5 La misurazione come forma di trasparenza dell’attività d’impresa per attrarre investimenti
2.5.1 Le imprese ibride come principali target della finanza d’impatto