In una lettera aperta, un gruppo di 14 CEOs di multinazionali, tra cui gli amministratori delegati di Danone, Interface, L’Oréal, Mastercard, Natura, Philips – che hanno formato un’organizzazione a scopo di lucro chiamata Leaders on Purpose – ha invitato i Governi ad accelerare la transizione verso quella che definiscono la purpose-first economy, e a riconoscere e sostenere le imprese orientate al “purpose” come un quarto settore emergente dell’economia.
La lettera, che invita ad una stretta collaborazione intersettoriale necessaria per la ripresa post Covid-19 e propedeutica per una “next economy” orientata al “purpose-first”, si apre con una citazione del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Gutteres: “Tutto ciò che facciamo durante e dopo questa crisi deve essere fortemente incentrato sulla costruzione di economie e società più eque, inclusive e sostenibili che siano più resilienti di fronte alle pandemie, il cambiamento climatico e le molte altre sfide globali che dobbiamo affrontare”.
La Roadmap economica per una ripresa sostenibile post Covid-19
Sulla scia della LEAD on Climate 2020 e delle dichiarazioni da parte della Business Roundtable, con cui si invitavano le aziende a non avere come unico scopo quello di creare valore solo per gli azionisti ma anche investire e promuovere un’economia al servizio di tutti e per il bene comune, i Leaders on Purpose raccomandano una roadmap post-COVID per “costruire meglio il sistema economico” con l’obiettivo di creare un’economia inclusiva e sostenibile a vantaggio della società, del pianeta e degli azionisti e per le generazioni future.
I Governi di tutto il mondo stanno discutendo di politiche economiche e sociali progettate per rilanciare l’economia sulla scia della pandemia COVID-19; i Governi del Canada e dell’Unione Europea hanno già posto le strategie di sostenibilità al centro dei loro piani di ripresa post COVID. Ora, il framework “Build It Better” di Leaders on Purpose mira a guidare i leader del settore pubblico e privato verso l’innovazione nelle politiche pubbliche, così come nelle strutture aziendali e finanziarie, per accelerare la crescita purpose-first economy. Il nuovo principio ispiratore di questa ripresa per i Governi e per le imprese si fonda, pertanto, sul concetto del “Build it Better” piuttosto che del “Build it back” e la crisi e la pandemia possono rappresentare un’opportunità per quel cambio di paradigma di cui ormai si discute da mesi.
Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di reinventare un nuovo futuro. Un futuro in cui le persone possono sentirsi sicure e protette. Occorre lavorare alla rimozione degli ostacoli strutturali al business sostenibile per poter ricostruire una società più giusta e più verde. Ma per farlo, è necessario avere leader aziendali coraggiosi che siano disposti ad agire, individualmente e come collettività. Nessuna azienda da sola può risolvere i problemi che si devono affrontare in questa transizione verso lo sviluppo sostenibile. Ma insieme e coalizzandosi le imprese possono aiutare il mondo a cambiare.
La Roadmap per la ripresa sostenibile post-COVID prevede 6 step:
1. Riconoscimento Quarto Settore
I Governi devono supportare le imprese che operano nel quarto settore rimuovendone gli ostacoli per il loro sviluppo, dare la priorità alle imprese con una solida esperienza nel miglioramento della loro impronta sociale e ambientale, o che forniscono beni o servizi progettati per ulteriori sviluppi sostenibili. Il riconoscimento può assumere molte forme, compresi incentivi politici mirati per le imprese virtuose, barriere politiche mirate per le imprese maggiormente dipendenti al carbonio, incentivi per la finanza sostenibile, una fiscalità di vantaggio per le imprese più sostenibili.
2. Creare incentivi e politiche mirate
Altre organizzazioni private, inclusi mondo accademico, filantropi, investitori e cittadini possono aiutare le imprese e i responsabili politici a co-creare incentivi e politiche e impegnarsi nell’occupazione ed espansione del quarto settore e del suo ecosistema in crescita. I CEOs ritengono che queste misure siano il catalizzatore di nuovi standard nella misurazione e divulgazione del valore, rafforzando la crescita delle imprese focalizzate su criteri ambientali, sociali e di governance (ESG).
3. Incentivare prodotti finanziari innovativi, la valutazione del rischio, innovativi modelli di valutazione e rating
Sviluppare standard per la valutazione e la contabilizzazione degli impatti sociali e ambientali delle imprese virtuose. Riconoscendo il ruolo chiave che la finanza svolgerà nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’accordo di Parigi, la lettera raccomanda che siano sviluppati nuovi incentivi per aiutare il settore finanziario a innovare i suoi prodotti, modelli di valutazione e valutazione del rischio e processi di rating. Dovrebbero essere emanati nuovi standard per la misurazione e la divulgazione del valore. Con la pandemia causata dal Covid-19, una serie di banche e investitori ha già rafforzato i propri obiettivi e requisiti di sostenibilità, tra cui l’interesse per i fattori ESG.
4. Progettare una società civile basata sull’educazione, sulla salute e sulla sicurezza
Supportare scuole, università e centri di ricerca per collaborare e accedere a capitali, talenti e risorse condivise. Espandere la creazione di comunità e la formazione educativa, sviluppare piattaforme regionali e nuovi programmi di studio. Fornire ai responsabili politici, ai professionisti e agli studenti le conoscenze e le competenze necessarie per lavorare nell’economia “purpose-driven”.
5. Non lasciare nessuno dietro
Supportare una ripresa giusta ed equa, in cui i paesi in via di sviluppo non siano lasciati indietro e in cui i costi iniziali e i benefici a lungo termine della creazione di un futuro sostenibile siano equamente condivisi tra i gruppi socio-economici.
6. Creare un ecosistema di supporto
Per costruire una migliore economia post-COVID-19 occorre che i Governi creino le condizioni per un ecosistema abilitante che sia di supporto nel lungo termine non solo per le imprese già virtuose ma anche per quelle convenzionali che vogliono passare a un modello di business sostenibile.
In Italia il processo di transizione è già avviato grazie anche alle Società Benefit
Le aziende “purpose-first” o “for benefit” del Quarto settore svolgono già un ruolo significativo nell’affrontare le sfide globali delineate dagli obiettivi di sviluppo sostenibile e dall’accordo di Parigi, quindi s rappresentano i Leader ideali per guidare la ricostruzione economica dopo gli shock della pandemia COVID-19.
I Governi dovrebbero promuovere l’essenza di questo settore emergente della “next economy” mediante incentivi che diano la priorità alle imprese con una solida e comprovata esperienza nel creare impatti positivi sociali e ambientali, o che forniscono beni o servizi progettati per rafforzare lo sviluppo sostenibile.
Nel “build it better” i Governi e i leader aziendali devono coalizzarsi per ridisegnare in modo proattivo le strutture aziendali e le politiche governative nello sviluppo di un ecosistema più favorevole per le organizzazioni che operano secondo una nuova logica di business. Occorre impegnarsi per affrontare le attuali barriere strutturali a un’economia inclusiva e sostenibile e a liberare il pieno potenziale di tutti i settori, ampliare le strategie di sviluppo al fine di rafforzare l’essenza delle imprese purpose-first. La pandemia nonostante abbia fatto emergere le fragilità dei vecchi modelli economici e modi di pensare crea anche un’opportunità per ripensare a un mondo migliore.
In Italia, questo ruolo di Leader di imprese “purpose-driven” è stato riconosciuto alle società benefit nel cui DNA si ritrova l’essenza del “purpose-first” cristallizzato a livello giuridico nel proprio statuto con la previsione di uno scopo duale, ovvero oltre allo scopo di massimizzare i profitti anche un ulteriore scopo di realizzare uno o più finalità di beneficio comune. Con tali finalità l’impresa persegue l’obiettivo di porre in essere attività che abbiano come conseguenza la riduzione di esternalità negative o l’incremento di quelle positiveoperando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse.
Le società benefit rappresentano l’avanguardia per l’economia orientata allo sviluppo sostenibile e hanno anche il merito di aver superato quella dicotomia profit – non profit che risultava inidonea a carpire le nuove istanze ambientali e sociali, al punto da rendersi necessaria l’introduzione di nuovi modelli ibridi di business, finalizzate al perseguimento dello scopo di lucro ed obiettivi sociali, il c.d. “scopo sociale plurimo”.
Tra le iniziative politiche italiane per dare impulso al modello innovativo delle società benefit, che ben si collocano tra quelle suggerite dalla roadmap di Leaders on Purpose, il Decreto Rilancio prevede il riconoscimento di un credito di imposta nella misura del 50 per cento per il rimborso dei costi di costituzione o trasformazione in Società benefit e l’istituzione di un Fondo al fine di promuoverne la crescita e la diffusione.
Ancora una volta, l’Italia dopo la normativa benefit prevista nella legge di bilancio 2016 fa da apri pista per incentivare il cambio di passo verso una economia generativa più inclusiva, resiliente e sostenibile, orientata al “puprose-first” definito dai CEOs Leaders on Purpose.