In G.U. la prorogato al 30 giugno 2021 del credito d’imposta per la nascita di società benefit (articolo 38-ter del Dl 34/2020); l’emendamento inserito e proposto alla Camera dal deputato Del Barba è stato necessario per poter usufruire del credito di imposta previsto dal decreto Rilancio anziché fino al 31 dicembre 2020 sino a giugno 2021.
Pubblicato su Fiscal Focus il 04.03.2021
L’auspicio è che veda al più presto la luce il decreto attuativo per non lasciare nel limbo la possibilità di tante PMI che hanno già valutato e scelto di diventare società benefit, o di altre ancora che sono nella fase di valutazione. Fondamentale è per le imprese che consapevolmente scelgono di contribuire allo sviluppo sostenibile, andando oltre la logica del profitto prevedendo anche attività che abbiano impatti positivi per la collettività e la biosfera, di poter fare affidamento all’agevolazione fiscale prevista nel Decreto Rilancio con proroga al 30 giugno grazie all’emendamento voluto dal presidente di Assobenefit; si rafforzerebbe quel rapporto di fiducia tra Imprese e Stato e soprattutto quel rapporto di collaborazione e compartecipazione, insito nel principio di sussidiarietà previsto dall’art.118 della Costituzione, con cui le imprese possono affiancarsi allo Stato nel soddisfare bisogni nuovi e a volte latenti dei cittadini e della società civile in genere. Una peculiarità delle #societàbenefit è rappresentata dall’impegno assunto dai soci di creare valore ma anche dall’obbligo di misurare e valutare gli impatti generati dalla propria attività, in particolare nel territorio in cui l’impresa opera, al fine di rendere conto a tutti gli stakeholders coinvolti direttamente o indirettamente. La “premialità” insita nel credito di imposta a favore delle società benefit in questo particolare periodo di emergenza deve essere giustificata dalla volontà di queste imprese di fissare nel loro statuto le ulteriori attività con finalità di beneficio comune con un aggravio dei costi per la loro realizzazione. Ed è proprio per tale motivo che non bisogna lasciare nell’incertezza gli imprenditori che si affiancano allo Stato, con le loro virtuose scelte, nel rispondere ai bisogni dei cittadini. Inoltre, dovrebbe essere riconosciuta loro questa premialità anche in virtù del fatto che l’essere benefit può costituire un driver di trasparenza e commitment sui temi della sostenibilità.