Prevista, in sede di conversione della Legge del decreto Sostegni bis, la proroga al 31 dicembre 2021 del credito di imposta del 50% per la costituzione delle società benefit.
L’emendamento presentato in sede di conversione della legge del decreto Sostegni bis in corso di approvazione, con l’art.19 bis rubricato ‘Proroga degli incentivi per le società benefit’, prevede la proroga del credito di imposta per le società benefit al 31 dicembre 2021 e l’ampliamento dei costi agevolati.
Il nuovo comma prevede, infatti, che “Tra i costi di costituzione o trasformazione sono compresi quelli notarili e di iscrizione nel registro delle imprese nonché le spese inerenti all’assistenza professionale e alla consulenza sostenute e direttamente destinate alla costituzione o alla trasformazione in società benefit. L’importo massimo utilizzabile in compensazione è fissato in 10.000 euro per ciascun contribuente”
In tal modo si dovrebbe superare la previsione del decreto attuativo previsto nella proposta originaria nel decreto rilancio di cui all’art. 38 ter; decreto attuativo mai emanato.
Il credito di imposta per le società Benefit è stato introdotto dall’art. 38 ter del decreto Rilancio che per la “Promozione dell’ecosistema Società Benefit” ha previsto un credito di imposta nella misura del 50% dei costi di costituzione o trasformazione in società benefit sostenuti dalla data di entrata in vigore della Legge e fino al 31 dicembre 2020, nel rispetto della disciplina europea e sugli aiuti di stato.
Successivamente il decreto Milleproroghe ne prorogava la scadenza del 31 dicembre 2020 al 30 giugno 2021.
Con il nuovo emendamento approvato lo scorso 8 luglio, in sede di conversione del decreto Sostegni bis, è prevista una ulteriore proroga al 31 dicembre 2021 e l’ampliamento dei costi ammessi che ricomprendono anche i costi di consulenza, notarili e i costi per l’iscrizione al registro delle imprese.
Per incentivare la costituzione di questo tipo di società con la detrazione delle spese del 50% mediante il riconoscimento di un credito di imposta da utilizzare in compensazione, con il limite di 10mila euro.
La “premialità” insita nel credito di imposta a favore delle società benefit in questo particolare periodo di emergenza può essere giustificato dalla volontà di queste imprese di fissare nel loro statuto le ulteriori attività con finalità di beneficio comune con un aggravio dei costi per la loro realizzazione. Deve essere visto come un incentivo agli investimenti nella direzione di uno sviluppo sostenibile. È anche un modo per rafforzare quel rapporto di fiducia tra Imprese e Stato e soprattutto quel rapporto di collaborazione e compartecipazione, insito nel principio di sussidiarietà previsto dall’art.118 della Costituzione, con cui le imprese possono affiancarsi allo Stato nel soddisfare bisogni nuovi e a volte latenti dei cittadini e della società civile in genere.
L’impatto della pandemia sta accelerando la transizione verso modelli più sostenibili, volte alla valorizzazione e protezione del capitale umano, alla gestione dei rischi e allo sviluppo delle comunità e del territorio e in cui la massimizzazione del profitto cede il passo alla creazione di valore condiviso. La mitigazione delle aziende agli effetti dei cambiamenti climatici, una delle più grandi sfide del secolo, sarà indispensabile per garantire la sopravvivenza delle aziende stesse nel lungo periodo.
Dallo studio di Ey “Seize the change: futuri sostenibili” emerge che il 70% delle imprese prevede un piano di sostenibilità con una ripianificazione delle proprie strategie in tale direzione.
Nel periodo storico che stiamo vivendo, la sostenibilità quindi diventa strategica e si incarna perfettamente nel modello di business delle società benefit definito giuridicamente nel proprio statuto; solo perseguendo la “sostenibilità integrata”, ossia socio-economica e ambientale, l’impresa può restare un attore di lungo termine sul mercato.
Essere benefit e sostenibili è un opportunità per le imprese italiane e le ricadute che le imprese possono avere, con le proprie azioni strategiche e operative, riguardano profondamente il territorio e la comunità in cui esse operano in termini di generazione di ricchezza, valori ambientali e di relazioni sociali e di benessere civico. Tutto ciò l’impresa può raggiungerlo anche grazie a una rinnovata collaborazione con le istituzioni e le associazioni di categoria.
C’è da dire, inoltre, che anche il PNRR rappresenta per le imprese una grande opportunità per concretizzare la sfida di Industry 4.0 in chiave di sostenibilità: vi è l’impegno di molte PMI, tra cui le società benefit, ad accelerare sulle scelte di sostenibilità grazie a questa possibilità offerta; imprese coraggiose che scelgono di investire per realizzare modelli di business innovativi e capaci di migliorare il mondo.
Una peculiarità delle società benefit è rappresentata dall’impegno assunto dai soci di creare valore ma anche dall’obbligo di misurare e valutare gli impatti generati dalla propria attività, in particolare nel territorio in cui l’impresa opera, al fine di rendere conto a tutti gli stakeholders coinvolti direttamente o indirettamente.
Per saperne di più sulla società benefit rimando ai seguenti articoli:
Le società benefit nuovo paradigma imprenditoriale
Impulso per la promozione delle società benefit nel decreto rilancio