Sono circa 24mila le imprese sociali in Italia, il cui oggetto sociale spazia dal sociosanitario alla valorizzazione della cultura fino ai progetti di ricerca scientifica.
L’interesse da parte soprattutto dei giovani imprenditori verso questo modello d’impresa tra profit e non profit sembra non arrestarsi nonostante si sia ancora in attesa dell’autorizzazione UE per l’attuazione di misure fiscali di favore subordinate a condizioni di trasparenza e di sviluppo.
Indice: Interesse generale e imprenditorialità – Disposizioni fiscali a favore – Bilancio sociale e valutazione d’imaptto sociale – Che differenza c’è tra Impresa sociale e Società Benefit? – Impresa sociale come driver per lo sviluppo ssotenibile
Interesse generale e imprenditorialità
L’impresa sociale coniuga l’organizzazione imprenditoriale ed economica e l’operatività in settori riconosciuti ad alta valenza sociale con la mancanza di lucro soggettivo, reinvestendo gli utili nell’interesse collettivo.
L’impresa sociale può svolgere solo le attività di interesse generale previste tassativamente dalla legge. È inoltre considerata di interesse generale – indipendente dal suo oggetto – l’attività di impresa nella quale, per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, sono occupati lavoratori molto svantaggiati e le persone svantaggiate o con disabilità. Qualsiasi attività potrà qualificarsi come di interesse generale se svolta con l’apporto di almeno un 30% di lavoratori molto svantaggiati o con disabilità.
Le imprese sociali rappresentano un veicolo flessibile non solo per le diverse forme giuridiche associabili a questa qualifica del Terzo settore ma anche per la capacità di attrarre capitali privati e pubblici con partecipazione condivisa alla governance dell’ente. Possono assumere la qualifica di imprese sociali sia le associazioni, fondazioni e comitati ma le società costituite in forma di Srl, Spa o cooperative.
Disposizioni fiscali a favore
Dopo l’autorizzazione Ue per tali enti sarà consentita un’integrale detassazione degli utili accantonati a riserva e destinati allo svolgimento dell’attività statutaria o ad incremento del patrimonio..
Diventeranno operativi anche gli incentivi per chi investe nel capitale di una società-impresa sociale: detrazione Irpef del 30% o di una deduzione Ires del 30%, rispettando alcuni requisiti.
Un’impresa sociale adotta modalità di gestione responsabili e trasparenti, favorendo il più ampio coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle loro attività. Attraverso queste misure di trasparenza si intende proteggere il legame di fiducia che lega, nello svolgimento dell’attività imprenditoriale di interesse generale, il lavoratore, l’utente, l’amministratore, il terzo portatore di interesse, assicurando loro non solo che la finalità è non lucrativa, ma pure l’esclusione di qualsiasi comportamento opportunistico.
Bilancio sociale e valutazione d’imaptto sociale
Inoltre, l’impresa sociale deve redigere il bilancio sociale per mettere a disposizione degli stakeholders (lavoratori, associati, cittadini, pubbliche amministrazioni, ecc.), secondo modalità definite dalle linee guida, informazioni circa le attività svolte e i risultati sociali conseguiti dall’ente nell’esercizio.
Al bilancio sociale le imprese sociali possono affiancare anche la Valutazione d’Impatto Sociale per misurare il valore sociale ed economico generato comunicando i risultati agli stakeholder. La Valutazione d’Impatto Sociale, o VIS, è definita dal codice del terzo settore come “la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato”.
Ad oggi non vi è un obbligo per gli ETS di misura e comunicazione dell’Impatto Sociale, sempre che le singole Pubbliche Amministrazioni non lo prevedano. Infatti, le Linee guida sull’Impatto Sociale riferiscono che le Pubbliche Amministrazioni che coinvolgono ETS nelle procedure di affidamento di attività di interesse generale possono prevedere la VIS (Valutazione di Impatto Sociale) per:
- affidamenti di almeno 18 mesi di durata;
- per progetti di valore superiore ai 1.000.000 euro;
- sviluppati in ambito interregionale, nazionale o internazionale.
Che differenza c’è tra Impresa sociale e Società Benefit?
La prima differenza è che l’Impresa Sociale non deve distribuire gli utili, che sono destinati agli scopi statutari o all’incremento del patrimonio. Per la Società Benefit, invece, lo scopo di lucro si coniuga con lo scopo di beneficio comune.
L’impresa sociale incorpora nel proprio DNA una funzione pubblica, ovvero l’interesse generale, perseguita attraverso meccanismi di partecipazione e vincoli non “for profit”; in maniera volontaria e non strumentale, le IS perseguono un fine sociale, core rispetto all’attività imprenditoriale messa in campo e tassativamente prevista nell’elenco legislativo; svolgono attività produttive secondo criteri imprenditoriali ma perseguendo una esplicita finalità sociale che si traduce nella produzione di benefici diretti a favore di una intera comunità o di soggetti svantaggiati.
Le Società Benefit, invece, devono perseguire all’interno della loro attività economica uno o più effetti positivi o ridurre gli effetti negativi su una o più categorie di soggetti individuate nel proprio statuto.
L’impresa sociale si distingue dalle società benefit perché esclude la massimizzazione dei vantaggi (monetari e non) dei proprietari. Inoltre, la governance è un aspetto fondamentale delle imprese sociali avendo un assetto multistakeholder per fare fronte alle esigenze della comunità attraverso produzione di beni ed erogazione di servizi.
È auspicabile che tra IS e SB, nell’ottica del Goal 17 dell’Agenda 2030 ONU, ci siano forme di collaborazione e di arricchimento reciproco al fine di incrementare la scala e l’efficacia dell’impatto sociale, per avere effetti positivi ancora maggiori nella lotta alle sfide evidenziate e contribuiranno a creare una società più equa, solidale e sostenibile.
Impresa sociale come driver per lo sviluppo ssotenibile
Le IS possono promuovere una crescita economica sostenibile e socialmente inclusiva e creare nuovi posti di lavoro. Al tempo stesso si prefiggono obiettivi più mirati, come la soluzione della crisi dei rifugiati o del degrado ambientale e l’esigenza di promuovere una maggiore uguaglianza di genere, tutto ciò facendo leva su valori cardine quali il governo democratico, i benefici sotto il profilo sociale, l’innovazione, il reinvestimento dei profitti o la centralità riconosciuta all’essere umano nell’economia.
Le IS integrano già di per sé alcuni fondamentali SDGs:
Obiettivo 2: porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile,
Obiettivo 3: Garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età,
Obiettivo 4: Garantire un’istruzione di qualità inclusiva e paritaria e di promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti,
Obiettivo 5. Raggiungere la parità di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze,
Obiettivo 8: Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti,
Obiettivo 9: Costruire infrastrutture resistenti, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e promuovere l’innovazione,
Obiettivo 10: Ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i paesi,
Obiettivo 11: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, flessibili e sostenibili,
Obiettivo 12: Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili,
Obiettivo 15: proteggere, restaurare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, lotta alla desertificazione, e fermare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità,
Obiettivo 16: promuovere società pacifiche e inclusivi per lo sviluppo sostenibile, fornire l’accesso alla giustizia per tutti e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli.