La società benefit: un modello anticipatorio della nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
La governance “Benefit” di derivazione normativa è orientata alla trasparenza, alla sostenibilità integrale in coerenza ai criteri ESG per il perseguimento del beneficio comune, e improntata alla creazione di valore condiviso nei confronti degli stakeholders.
Ne deriva una maggior responsabilità, a carico del management, nel generare impatti positivi e ridurre le esternalità negative e nel rendicontarli, misurarli e valutarli.
1) Il modello Benefit anticipatorio della proposta CSRD per le informazioni da comunicare
Alla luce di ciò che prevede la proposta CSRD, ovvero che “le imprese dovrebbero comunicare informazioni necessarie alla comprensione del modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sulla loro attività, nonché informazioni necessarie alla comprensione dell’impatto delle imprese sulle persone e sull’ambiente” risulta cruciale e anticipatorio il ruolo delle società benefit in questa direzione.
Ciò risulta evidente dalla peculiarità della Governance delle Società Benefit, di derivazione normativa, orientata alla trasparenza, alla sostenibilità integrale in coerenza ai criteri ESG per il perseguimento del beneficio comune, e improntata alla creazione di valore condiviso nei confronti degli stakeholders coinvolti direttamente e/o indirettamente al core business.
La Governance “Benefit” svolge un ruolo fondamentale nel diffondere la cultura della sostenibilità sia all’interno dell’azienda sia all’esterno. Un modello di business concepito con una visione del futuro e un modello di governance chiaro fin dall’inizio sarà garanzia della creazione di valore condiviso nel lungo periodo.
La governance legale benefit aumenta la responsabilità dell’impresa per quanto riguarda il suo impatto sulle persone e sull’ambiente, garantendo e migliorando così la fiducia tra l’impresa e la società civile.
Tra i modelli di business etici e sostenibili le Società Benefit, comprese le B Corp certificate, sono imprese che soddisfano i più alti standard di performance sociale e ambientale, di trasparenza e responsabilità giuridica, infatti:
– le Società Benefit rappresentano un modello di business che anticipa le direttive UE e consente alle imprese che volontariamente adottano questo modello legale di poter affrontare le sfide future, non soltanto sociali e ambientali che derivano dal contesto geopolitico, climatico, sociale ed economico attuale, ma che di normazione internazionale. Le modalità e le scelte di governo attraverso la Governance della sostenibilità influenzano e impattano sulle persone, sulla società e sull’ambiente. Inoltre, la Governance della sostenibilità prevista normativamente per le SB risponde anche all’obbligo di adozione di adeguati assetti organizzativi di gestione e controllo poiché implica l’attuazione di sistemi atti a rilevare e dimostrare anche all’esterno con trasparenza la direzione e le mosse che l’azienda intraprende per generare impatti positivi, o ridurre gli impatti negativi, relativi alle tre prospettive ESG.
– nelle Società Benefit è previsto l’obbligo di nominare un responsabile per la governance della sostenibilità al fine di gestire e migliorare le pratiche aziendali per generare impatti positivi e ridurre le esternalità negative. Vi è la figura chiamata responsabile di impatto.
– peculiarità delle Società Benefit è quella di prevedere come obbligo giuridico la realizzazione di una relazione d’impatto che includa la misurazione e la valutazione degli impatti generati dall’attività economica nelle aree governance, rapporti con i lavoratori, rapporti con altri stakeholders e ambiente (in coerenza con i criteri ESG e gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU).
Tale vincolo legale per le Società Benefit della valutazione d’impatto è coerente con la previsione nella proposta CSRD della rendicontazione ESG e della doppia rilevanza (finanziaria e d’impatto), ovvero che le imprese dovrebbero comunicare informazioni necessarie alla comprensione del modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sulla loro attività, nonché informazioni necessarie alla comprensione dell’impatto delle imprese sulle persone e sull’ambiente.
La legge 208/2015 che disciplina le società benefit ha anticipato una possibile soluzione a quel quadro giuridico a livello europeo che, secondo il Parlamento europeo così come evidenziato nella CSRD, non garantisce il soddisfacimento di informazioni non finanziarie richieste da investitori, organizzazioni non governative, le parti sociali e altri stakeholders. Nella relazione della proposta di modifiche alla comunicazione societaria sulla sostenibilità, viene sottolineata la necessità di un miglioramento dei dati comunicati dalle imprese riguardo ai rischi di sostenibilità a cui sono esposte e all’impatto che esse producono sulle persone e sull’ambiente. Una disclosure degli impatti sociali e ambientali che si basi su dati qualitativi e quantitativi permette di dimostrare l’effettiva corrispondenza dell’agire dell’impresa ai criteri ESG individuati dall’investitore.
Le PMI, che non saranno obbligate alla CSRD, possono avviare il processo di sostenibilità nelle proprie strategie aziendali così da esser pronte a rispondere alle future richieste di informazioni non finanziarie inevitabili e di riflesso ad esempio da parte dei clienti e dei fornitori, essendo parte della value chain delle PMI obbligate al reporting di sostenibilità in compliance con la CSRD, o degli investitori, parti sociali, istituti bancari.
Inoltre, la normativa sulle Società Benefit grazie alla previsione di una governance alla sostenibilità e della valutazione d’impatto con valenza strategica risponde anche all’approccio alla gestione forward-looking prevista dalla proposta CSRD poiché presuppone necessariamente la messa in atto di pratiche atte ad identificare indicatori di andamento attuale ma, al contempo, espressivi anche di un andamento prospettico, che permetta cioè di intravvedere la continuità aziendale che per natura si verifica nel tempo futuro.
Pubblicato su Fiscoetasse