Una breve sintesi di quello che arriverà nei prossimi mesi.
Gli standard Esrs in elaborazione dovranno consentire l’adempimento degli obblighi di reporting derivanti dalla Csrd, considerando anche le esigenze informative che scaturiscono dalla Sustainable finance disclosure regulation (Sfdr), dalla EuTaxonomy regulation e dal Banking capital requirements regulation (Crr).
La Csrd prevede, al momento, che la redazione e pubblicazione di report conformi agli standard Esrs avvengano obbligatoriamente alle seguenti scadenze:
– dall’esercizio 2024 per tutte le società già soggette alla direttiva Nfr (Non-financial reporting);
– dall’esercizio 2025 per tutte le società di grandi dimensioni; – dall’esercizio 2026 per le Pmi quotate, istituzioni finanziarie piccole e non complesse, compagnie di assicurazione captive.
Inoltre, le imprese obbligate dovranno incorporare nel loro reporting di sostenibilità anche le informazioni relative all’impatto sociale e ambientale della loro supplychain.
Coò significa che anche le imprese non obbligate potrebbero essere coinvolte nel reporting a cascata.
Le PMI devono cogliere l’opportunità di questo nuovo cambio di paradigma per non trovarsi impreparate ad affrontare la sfida dei prossimi anni di essere imprese capaci di creare valore per tutti gli stakeholders, di essere rigenerative e non meramente estrattive poichè tutti abbiamo l’obbligo di preservare il nostro pianeta per le future generazioni.
In Italia, dal 2016 grazie alla normativa che disicplina le società benefit, le imprese hanno anche la possibilità di impegnarsi legalmente a perseguire la creazione di valore condiviso, a misurare e valutare i prorpi impatti socio-ambientali e dare così un concreto un contributo al perseguimento dello sviluppo sostenibile.
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