Partendo dal presupposto che nella logica dell’economiacivile, l’impresa è parte della comunità e attore proattivo all’interno del proprio territorio, in questo articolo Sabrina Bonomi docente della Scuola di Economia Civile mette in evidenza l’importanza per l’impresa di misurare e valorizzare gli impatti del proprio agire in una visione di sostenibilità economica in armonia con quella sociale e ambientale in grado di proteggere il bene comune, realizzare la vocazione di un’impresa, favorire la fioritura umana e professionale dei lavoratori, e portare alla felicità pubblica.
Nell’articolo si fa chiarezza su cosa sia la valutazione d’impatto, che è l’opposto del giudizio: «significa far emergere il valore socio-ambientale che si crea con metodologie quali e quantitative e il cambiamento che le organizzazioni generano grazie a tale valore ex post in base ad obiettivi posti ex ante; in questo modo aiuta a porre attenzione alle criticità, considerandole insegnamenti per migliorare continuamente»
La valutazione realizzata secondo il paradigma dell’economia civile, con il modello elaborato dalla Scuola di Economia Civile (la matrice dell’Economia Civile), rappresenta una metodologia che si basa su un processo di democrazia partecipata grazie alla condivisione, restituzione e co-partecipazione di tutti gli stakeholders, diretti e indiretti, interni ed esterni alle scelte strategiche dell’organizzazione e al loro impatto nella comunità, sul bene comune.
Ciò consente di ottenere risultati migliori non solo dal punto di vista comunicativo o reputazionale ma anche strategico.
Valutare l’impatto è dare evidenza del cambiamento effettivo avvenuto.