L’Ente nazionale di normazione ha pubblicato le linee guida UNI/PdR 125:2022 per la certificazione della parità di genere nelle imprese. La prassi di riferimento definisce le linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere che prevede la strutturazione e adozione di un insieme di indicatori prestazionali (KPI) inerenti alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni. Si tratta di criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali alla certificazione di genere.
Finalità della Certificazione di genere
Si intende, con tale strumento, incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità.
La certificazione di genere è prevista nel PNRR nel quadro della priorità trasversale relativa alla parità di genere, ed è ulteriormente disciplinata dalla Legge Gribaudo e dalla Legge di Bilancio 2022.
Si ricorda che la legge Gribaudoprevede, per ilprincipio di trasparenza, che le aziende sopra i 50 dipendenti debbano compilare un rapporto sulla situazione del personale che conterrà molti indicatori, dai salari agli inquadramenti, dai congedi al reclutamento. L’elenco delle aziende che trasmetteranno il rapporto, e quello di chi non lo trasmetterà, sarà pubblico, e i dati saranno consultabili dai lavoratori, dai sindacati, dagli ispettori del lavoro, dalle consigliere di parità. La presentazione omessa o con informazioni false comporterà la revoca degli sgravi contributivi e sanzioni da 1000 a 5000 euro.
Operatività
La certificazione non sarà obbligatoria ma è previsto un sistema premiale: l’esonero per l’azienda che la compila dal versamento dei contributi previdenziali pari all’1% (con un limite di 50 mila euro), ma sono allo studio altre misure compresa una modifica al codice degli appalti che premi le aziende più attente alla parità di genere.
L’operatività scatterà dalla seconda metà dell’anno. La certificazione è in linea con le informazione non finanziarie già richieste dalla 254/2016 (DNF).
Le aziende potranno così avviare un percorso sistemico di cambiamento culturale con azioni a favore della diversità e dell’inclusione di genere. Il sistema si applica a partire dalle micro-organizzazioni (1-9 dipendenti) – con semplificazioni per le organizzazioni appartenenti alle micro e piccole – fino alle multinazionali.
Affinché tali azioni possano essere certificate, sono state previste 6 macro-aree di indicatori attinenti alle differenti variabili per identificare le organizzazioni inclusive e meritevoli di ottenere detta certificazione:
1. Cultura e strategia;
2. Governance;
3. Processi HR;
4. Opportunità di crescita in azienda neutrali per genere;
5. Equità remunerativa per genere;
6. Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
Per ognuna di queste aree sono stati individuati 33 KPI per guidare il cambiamento, poterlo misurare e migliorarlo nel tempo con un monitoraggio annuale e una verifica ogni 2 anni.