La CSRD Corporate Sustainable Reporting Directive (Direttiva UE 2022/2464), recentemente entrata in vigore (pubblicata il 14 dicembre 2022 nella Gazzetta Europea) introduce la c.d. dual materiality analysis rappresentando per le imprese coinvolte una grande sfida ma anche una grande opportunità in quanto consente di potersi allineare i temi rilevanti ESG nella strategia aziendale.
La CSRD obbliga le grandi imprese a una rendicontazione della sostenibilità che contempli gli impatti rilevanti sulla situazione economica e finanziaria dell’impresa che potrebbero essere causati dalle problematiche ambientali, sociali, concernenti il personale, il rispetto dei diritti umani e le questioni relative alla lotta alla corruzione attiva e passiva. La disclosure ha la finalità di comprende il modo in cui le questioni di sostenibilità incidono sull’impresa.
Grazie al principio di materialità il management è in grado di capire a quali temi rilevanti ambientali, sociali e di governance (ESG) dare la priorità nella propria strategia, nell’allocazione del budget, nell’identificazione di rischi e opportunità. Ne deriverà quindi vantaggi in termini di performance finanziaria, creazione di valore e reputazione.
ANALISI DI DOPPIA MATERIALITÀ CON AL CENTRO GLI STAKEHOLDERS E LA CATENA DI VALORE
L’approccio del materiality assessment è duale, ovvero:
- Inside-Out della materialità dell’impatto in cui si tiene conto degli impatti negativi o positivi dell’impresa e delle sue attività sull’ambiente e sulla società, ma anche
- Outside-In della materialità finanziaria in cui si tiene conto esclusivamente degli impatti positivi (opportunità) e negativi (rischi) ambientali e sociali che incidono sul business per valutarne gli effetti finanziari.
Con la nuova direttiva si ha nuovo approccio per accompagnare le imprese in una pianificazione strategica e sistemica della sostenibilità in cui diventa cruciale valutare la doppia materialità con la novità della valutazione della rilevanza dell’impatto dal punto finanziario e nella prospettiva di investitori, finanziatori e altri creditori, che sono i primari utilizzatori dell’informativa finanziaria di carattere generale.
L’analisi della materialità dell’impatto può essere effettuata solo coinvolgendo gli stakeholder potenzialmente impattati o in grado di testimoniare l’impatto reale, significativo o potenziale delle attività dell’azienda.
L’ESRS definisce gli stakeholders “come individui, gruppi, istituzioni, […] sui quali le attività dell’impresa possono avere un impatto o che a loro volta hanno un impatto o possono influenzare le attività dell’impresa. Dovrebbero essere identificati due principali gruppi di parti interessate:
- Quelli sui quali l’attività dell’impresa impatta. Si tratta, ad esempio, di individui o gruppi i cui interessi sono o potrebbero essere influenzati dalle attività dell’azienda (ciò può includere anche le attività nella catena del valore).
- Utenti dei report di sostenibilità come investitori, finanziatori, partner commerciali (esistenti e potenziali), sindacati, parti sociali, società civile, ONG e altri.
Si apre un nuovo scenario di materialità dinamica in un monitoraggio continuo e con il coinvolgimento degli stakeholders. La materialità infatti non è statica ma si evolve continuamente in base ai cambiamenti del contesto e alle aspettative degli stakeholders: ciò che oggi è irrilevante per un’impresa, potrebbe essere un tema materiale domani.
Ma come rappresentare la doppia materialità?
Una rappresentazione molto valida è quella che risulta dall’ultimo report di sostenibilità presentato dalla Phipilps che dopo aver condotto e rappresentato la ‘normale’ analisi di materialità, ha proceduto a una preliminare analisi di doppia materialità, in preparazione ai prossimi requisiti dell’EU Corporate Direttiva sul Bilancio di Sostenibilità (CSRD). Analizzando la materialità finanziaria, ovvero l’impatto della società su Philips, e la materialità dell’impatto, ovvero la impatto di Philips sulla società.
L’approccio della doppia materialità facilita una comprensione completa degli impatti, dei rischi e delle opportunità di sostenibilità e fornisce le informazioni necessarie sullo sviluppo della strategia, sulla garanzia di una governance forte e di una maggiore trasparenza nel reporting.
Altra novità è quella di prendere in considerazione ciò che accade sull’intera catena del valore aziendale, a monte e a valle, e quindi sulle attività che non sono sotto il controllo dell’impresa. E poi, occorre anche considerare i temi rilevanti ESG in una prospettiva non solo di breve, ma anche di medio e lungo periodo (forward-looking) poiché dal punto di vista finanziario generano o possono generare rischi o opportunità che possono o potrebbero avere un’influenza sostanziale sulle performance economico-finanziarie aziendali (sui flussi di cassa, sullo sviluppo aziendale, sulla performance economica, sulla posizione finanziaria, sul costo del capitale o sull’accesso alle fonti di finanziamento dell’impresa).
La rilevanza dei rischi e delle opportunità dovrà essere valutata in base alla probabilità di accadimento e all’entità dei potenziali effetti finanziari (cosiddetta severity) e tenere conto non solo della gravità dell’impatto ma anche del suo perimetro di diffusione e della possibilità rimediarvi.
I risultati dell’analisi di doppia materialità forniranno alla corporate governance informazioni strategiche sulle trasformazioni da realizzare, al fine di coinvolgerla nella transizione e garantire la sostenibilità del proprio modello di business rispondendo alle aspettative dei propri stakeholder. La doppia analisi di materialità costituirà infatti la base della CSRD e non solo, della CSR, degli impegni che ora si attendono dalle imprese.